L’economia turistica riparte dai borghi.

In Italia assistiamo ad un fenomeno negativo: i borghi, vero patrimonio culturale, sociale, di tradizioni del nostro Paese, si svuotano, i giovani li abbandonano per andare a studiare e lavorare altrove, soprattutto nelle grandi città e nei borghi resta la popolazione che invecchia e ineluttabilmente si riduce numericamente sempre di più.

Le grandi città italiane sono ricche di arte, di storia e attraggono migliaia, se non milioni di turisti ma una cosa non esclude l’altra e i numeri lo dimostrano; la nota piattaforma di affitto temporaneo Airbnb rende noto che gli affitti nei piccoli borghi italiani hanno generato lo scorso anno redditi per 80 milioni di euro e i visitatori che hanno scelto una sistemazione in un borgo invece che in una grande città sono stati 540 mila.

Certo che poi dai borghi le persone si spostano per visitare anche i grandi centri ma qui, nella tranquillità dei borghi si è ancora a contatto con la genuinità delle persone, a contatto con la cultura e le tradizioni italiane, con la semplice ospitalità che in città si riscontra con meno facilità.

Il turismo è ripartito, lo dimostrano le cifre, l’Italia è sempre attrattiva per i turisti che stanno scoprendo il fascino di un soggiorno in un alloggio privato, dove peraltro non ci sono molte altre strutture recettive, apprezzando i tempi, i ritmi e le bellezze dei borghi che saranno sempre più valorizzati come complemento alle attrattive delle città