La risposta è fin troppo ovvia, purtroppo: le disparità si riscontrano in tutti gli ambiti soprattutto lavorativi; le donne a parità di mansioni hanno un trattamento economico inferiore agli uomini, le possibilità di carriera sono ancora troppo sbilanciate a favore degli uomini e anche nelle assunzioni gli imprenditori tendono, se possibile, a preferire gli uomini, meno vincoli familiari, non vanno in maternità, non si assentano per le malattie dei figli e così le donne anche in questo registrano una disparità di trattamento ma gli esempi potrebbero continuare all’infinito.
In Norvegia la condizione è molto diversa, le disparità sono quasi inesistenti, tanto che il governo si può permettere di occuparsi delle disparità in campo calcistico, tra calciatori e calciatrici. In Italia, prima di arrivare a questo ci sono ben altri problemi da risolvere rispetto alla parità tra generi. La sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, insieme al Ministro Lotti hanno colto questa notizia dalla Norvegia e hanno deciso di chiedere l’apertura di un tavolo per discutere del medesimo tema e lo hanno comunicato via Twitter.
Si sono aperte le cataratte del cielo: proteste, insulti, di tutto e di più è piovuto addosso alla Boschi. In molti hanno “cortesemente” ricordato che ci sono differenze da risolvere negli ambienti di lavoro e nella società prima di occuparsi delle differenze di genere nel settore calcistico, forse le persone hanno avuto la sensazione di uno scollamento dalla realtà da parte della Boschi che pure, ad onor del vero, è fortemente impegnata nella difesa delle donne e lo ha provato anche in più occasioni internazionali ma questa volta sembra sia scivolata su una buccia di banana, trascinata dalla civilissima Norvegia non considerando che noi siamo in Italia.